Bio
Le forme che emergono dallo spazio delle miei lavori sono rielaborazioni di immagini fotografiche scattate qua e là e poi riportate sula tela .Ho un rapporto indiretto con la realtà, girovagando ne fotografo le ombre.L’ombra in sé non esiste, è qualcosa di incorporeo che muta la sua forma in funzione del binomio luce-tempo,ed è proprio per questa mutevolezza continua che la associo al concetto calviniano di leggerezza.L’obiettivo della macchina fotografica seleziona un frammento di realtà dandole un ordine che poi trasporto sulla tela.I lavori più recenti,ombre urbane,è un lavoro sulle ombre di paesaggi urbani è una ricerca di equilibrio tra definizione e indefinizione,in cui poco e riconoscibile.Le ombre prendono forma attraverso la grafite grassa stesa con diversi gradi di intensità su un fondo monocromo grigio acciaio.In seguito con dei colori cangianti diluiti nell’acqua, rivesto tutta la superficie dei quadri creando una sorta di pelle luminosa:il colore a contatto con la luce determina cambiamenti continui della materia pittorica.Il risultato finale è quello di uno spazio stratificato dove le ombre si slabbrano,diventano leggere e vaporose fino a fondersi in un tutt’uno con l’ambiente. Come diceva Lucrezio nel De Rerum Natura,è una materia che è fatta da corpuscoli invisibili,che si polverizza,dove il vuoto è altrettanto concreto come i corpi solidi.Osservando gli ultimi lavori si ha l’impressione di vedere tanti fotogrammi di una realtà che cambia il proprio aspetto ogni istante:è una riflessione sulla mutevolezza inarrestabile dell’ambiente attraverso il variare delle ombre;ad ogni secondo che passa queste ultime cambiano impercettibilmente ma inesorabilmente,è il segno ineluttabile dello scorrere del tempo.